AMERICAN HISTORY X (1999)

 È un film del 1998, diretto dal regista Tony Kaye, e vede come protagonisti Edward Norton e Edward Furlong.

Il film tratta del problema sociale dell’ideologia nazista che dilaga in una realtà americana difficile, dove dei ragazzi facilmente influenzabili vengono convinti che i loro problemi derivino dalla presenza di ‘razze inferiori’, gli immigrati ( comunità nera, cinesi, ebrei…)che vengono visti come flagello per lo sviluppo economico del paese.

Dal film notiamo come gli individui interiorizzino, si esprimano e commettano reati in nome dei loro ideali, tramandati da altri come loro. Questi ragazzi si sentono parte di qualcosa, inclusi in un gruppo, che addirittura si presenta vestito e pettinato (si fa per dire visto che parliamo di skinheads) nel medesimo modo.

Questa ‘storia americana X’,  è un esempio qualsiasi nell’immensa pluralità di casi simili, che avvengono in America come in altri continenti; e parlo in presente, seppur il film sia di ben 20 anni fa, perché la realtà descritta è esattamente come quella attuale.

Questi ragazzi, insomma, usano il nazismo per giustificare i loro fallimenti, odiano gli altri, perche è sicuramente per colpa di altri, che la loro vita va a rotoli. E cosi l’odio prende il controllo delle loro vite.

La svolta fondamentale del film( tralasciando le dinamiche precise della trama, così da non creare spoiler indesiderati ) è il momento in cui uno dei più rigidi componenti del gruppo sovranista, si trova a dover interagire proprio col ‘nemico’ , un ragazzo di origini africane, che lo aiuta, gli da consigli , lo accoglie. Ed ecco che d’un tratto la sua tanto importante ideologia, si frantuma in mille pezzi.

 ‘È bastato cosi poco per far cambiare il pensiero di qualcuno?’ vi chiederete…. Ebbene sì, il film ci da la prova di come questo odio incondizionato sorga dall’ignoranza, dal non conoscere nemmeno chi è vittima del nostro giudizio, arrivando persino a poter uccidere persone che se solo si avesse avuto il coraggio di approfondire sarebbero potute diventare più importanti degli stessi ‘compagni di camerata’. Concludo l’articolo con una citazione che a mio avviso, corrobora tutto ciò che ho appena scritto:

“Il fascismo si cura leggendo, il razzismo si cura viaggiando.” (Miguel de Unamuno).

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